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Una nuova responsabilità

15 Marzo 2013 | Marco Lanzani

Domenica scorsa tremavano le gambe ai ragazzi del San Giulio Barlassina e SS. Chiara e Francesco. Giocare a San Siro prima di una partita di serie A (Inter – Bologna) capita davvero una volta nella vita. A bordo campo Emiliano Mondonico, venuto a fare il tifo per loro. Gilardino e Cambiasso divertiti e appassionati e tanti altri personaggi del mondo dello sport. Domenica prossima a Milano si replica con Precotto e Sds che scenderanno in campo prima di Milan – Palermo e ogni domenica sarà così in tutta Italia. Non nascondiamo che di fronte a tutto questo anche a noi batte forte il cuore. Vedere lo sport in oratorio, da sempre considerato una realtà di serie b, fare il suo ingresso da protagonista nel calcio “che conta” fa venire la pelle d’oca. Qualcuno l’altra sera diceva: “più di così é impossibile. Che cosa potremmo mai inventare per fare altri passi avanti?”. Effettivamente la domanda ha una sua logica. La conferma, per esempio, é arrivata lunedì sera quando Andrea Stramaccioni, nonostante il momento delicatissimo dell’Inter, ha mantenuto la parola data e, incontrando 400 allenatori del Csi, ha avuto il coraggio di dire pubblicamente: “lo sport in oratorio rappresenta una componente importante del calcio italiano e io sono orgoglioso di aver iniziato a giocare in oratorio”. Non sono solo episodi, è ormai una filosofia di pensiero. L’altra sera abbiamo presentato la prima edizione dell’Armani Jean Cup realizzata dal Csi e dal club di serie A di pallacanestro. Alla presentazione non é arrivato uno qualsiasi, ma il coach Scariolo che ha ribadito come le società sportive del Csi regalino speranza allo sport italiano. Insomma, stiamo vivendo un momento storico, unico e irripetibile. Seppur con mille fatiche e con infinita determinazione stiamo accendendo i riflettori sullo sport in oratorio facendolo definitivamente uscire dall’anonimato. Vogliamo che tutti conoscano la quantità immensa di bene educativo che viene vissuto e testimoniato ogni giorno nelle nostre società sportive. Stiamo riportando il Csi e lo sport in oratorio al “centro” del sistema sportivo italiano. Qual è l’obiettivo di tutto questo? Non certo quello di giocare a San Siro o avere qualche passaggio di visibilità in più. Il vero obiettivo é quello di contagiare con la nostra passione educativa tutto il mondo dello sport. Ogni società sportiva non “lavora” solo per i suoi ragazzi. Tutta la fatica, il sudore, l’impegno che ogni settimana vivete sulla vostra pelle produce una quantità di bene che va oltre i confini della vostra Parrocchia e del vostro oratorio. Produce cultura sportiva ed educativa. Dobbiamo avvertire l’orgoglio e la responsabilità di andare controcorrente e testimoniare a tutti che lo sport può essere davvero strumento di educazione alla vita. Questi sono anni molto importanti nei quali il nostro impegno e lo sport in oratorio stanno uscendo dall’anonimato per tornare a essere una realtà alla quale tutti guardano con interesse e ammirazione. A noi spetta la responsabilità di rimanere noi stessi sino in fondo testimoniando in modo autentico il nostro impegno educativo attraverso lo sport. Costa fatica, ma cambiare il mondo non é una cosa per gente che si ferma di fronte alle difficoltà. Noi il mondo non lo cambieremo, ma un pezzetto dello sport italiano sì. Un passo alla volta, con ostinazione e pazienza. Domenica scorsa, vedendo due oratori in campo a San Siro (prima volta nella storia), ne abbiamo avuto la conferma.

Massimo Achini (presidente nazionale CSI)

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